Sul filo del rasoio, come sempre, anche io presento la mia ricetta per la sfida numero 59 dell'MTC!
La fine dell'estate è sempre un momento drammatico per me, ma la bellezza dei caldi colori autunnali mi rincuora. Un po'.
Dopo una cena da amici a Castellina in Chianti, basata sui semplici sapori delle lasagne al forno e del cinghiale in umido, il ritorno verso casa è stato alquanto combattuto; il padrone di casa era riuscito a rendere i piatti, di natura poveri e contadini, una gioia per il palato.
Talvolta forse non è necessaria la sfrenata ricerca dell' originalità, dell'innovazione,dei contrasti più insoliti o la rottura degli schemi classici; forse non è necessario avere i più attuali apparecchi culinari, i più pregiati pentolami di questo o quel materiale, per poi appagare tutti i sensi tranne il gusto. L' eccellenza di quelle lasagne, nella loro semplicità, aveva vinto: il padrone di casa le aveva rese perfette, cremose, equilibrate nel sapore, di un profumo e di una consistenza meravigliosa, così come il peposo di cinghiale, per natura forte e deciso, era invece struggente , adagiato sul suo sugo così delicato e saporito al tempo stesso, nonostante il pepe in grani accostato alla cipolla. Una cena semplice, ma eccellente. Allora mi è sembrato, rientrando nella mia cucina, di aver speso inutilmente tempo a volte, nei miei studi o nelle mie ricerche fantasiose per i palati dei miei commensali; avrei voluto gettar via tutte le mie pentole, i miei libri più bizzarri. Aveva ragione Pellegrino Artusi dicendo che "il miglior maestro è la pratica sotto un esercente capace"? Forse sì . Forse prima di lanciarsi in ricette strane e complicate dovrei imparare a fare "in quel modo lì" le due ricette di ieri sera...ma so già che non ci riuscirò mai. Non ho la mano? Non ho abbastanza passione? Mah...
Dopo una cena da amici a Castellina in Chianti, basata sui semplici sapori delle lasagne al forno e del cinghiale in umido, il ritorno verso casa è stato alquanto combattuto; il padrone di casa era riuscito a rendere i piatti, di natura poveri e contadini, una gioia per il palato.
Talvolta forse non è necessaria la sfrenata ricerca dell' originalità, dell'innovazione,dei contrasti più insoliti o la rottura degli schemi classici; forse non è necessario avere i più attuali apparecchi culinari, i più pregiati pentolami di questo o quel materiale, per poi appagare tutti i sensi tranne il gusto. L' eccellenza di quelle lasagne, nella loro semplicità, aveva vinto: il padrone di casa le aveva rese perfette, cremose, equilibrate nel sapore, di un profumo e di una consistenza meravigliosa, così come il peposo di cinghiale, per natura forte e deciso, era invece struggente , adagiato sul suo sugo così delicato e saporito al tempo stesso, nonostante il pepe in grani accostato alla cipolla. Una cena semplice, ma eccellente. Allora mi è sembrato, rientrando nella mia cucina, di aver speso inutilmente tempo a volte, nei miei studi o nelle mie ricerche fantasiose per i palati dei miei commensali; avrei voluto gettar via tutte le mie pentole, i miei libri più bizzarri. Aveva ragione Pellegrino Artusi dicendo che "il miglior maestro è la pratica sotto un esercente capace"? Forse sì . Forse prima di lanciarsi in ricette strane e complicate dovrei imparare a fare "in quel modo lì" le due ricette di ieri sera...ma so già che non ci riuscirò mai. Non ho la mano? Non ho abbastanza passione? Mah...
Annarita Rossi (del blog ilboscodialici) per questa sfida ci ha assegnato fortunatamente un compito abbastanza facile: preparare gli gnocchi di patate. Li ho fatti tante volte e sinceramente la trovo una ricetta di facile esecuzione, basta trovare le patate giuste, e poi leggere attentamente il post di Annarita :P.
Per la ricetta è' stata proprio la bellezza del paesaggio che ho ammirato ieri sera ad aiutarmi: vedendo i colori della vite, i frutti maturi della passiflora, le bacche e le foglie della vita americana e quelle ormai volate via del glicine, questo piatto si è creato da solo! Questi sono i miei semplicissimi "topini" con zucca, gorgonzola, noci e radicchio rosso. (Avrei preferito condirli con un ragù come quello che ieri sera mi ha fatto commuovere, sarà stato magari più banale, ma signori miei, quando uno riesce a fare un ragù così, può anche non chiedere più niente dalla vita!)
Per la ricetta è' stata proprio la bellezza del paesaggio che ho ammirato ieri sera ad aiutarmi: vedendo i colori della vite, i frutti maturi della passiflora, le bacche e le foglie della vita americana e quelle ormai volate via del glicine, questo piatto si è creato da solo! Questi sono i miei semplicissimi "topini" con zucca, gorgonzola, noci e radicchio rosso. (Avrei preferito condirli con un ragù come quello che ieri sera mi ha fatto commuovere, sarà stato magari più banale, ma signori miei, quando uno riesce a fare un ragù così, può anche non chiedere più niente dalla vita!)
Ingredienti (per 4 persone):
per gli gnocchi:
-ho seguito alla lettera la ricetta della stessa Annarita
per il sugo:
- 1 kg di zucca napoletana
- 2 cipollotti freschi (rossi)
- 3 cucchiai di olio extra vergine di oliva
- 80 g di gorgonzola morbido
- 8 noci
- qualche fogliolina di basilico
- sale e pepe qb
- parmigiano qb
In una padella dai bordi alti ho saltato in olio la cipolla tagliata a fettine sottili, finché non è diventata trasparente. Ho poi aggiunto la zucca, anch'essa tagliata fine, ho salato e coperto, lasciando cuocere per 20 minuti, fino a ridurla ad una crema. L'ho frullata e messa da parte.
Una volta rigati gli gnocchi li ho subito cotti in acqua bollente salata, per pochi minuti, e poi scolati con la schiumarola e conditi con la crema di zucca.
Ho guarnito il piatto con fiocchi di gorgonzola, striscioline di radicchio rosso e granella di noci. Sopra a tutto, una bella spolverata di parmigiano.
Con questa semplice ricetta partecipo alla sfida n. 59 dell'MTC:
Cecilia condivido totalmente ciò che hai scritto. La mia è è sarà sempre una cucina "semplice" e quindi non posso che apprezzare la tua ricetta. Fra l'altro amo la zucca e pure il gorgonzola! E come hai scritto tu il piatto si veste di questi magnifici colori
RispondiEliminaGrazie Marina! Rileggendo il mio post, scritto in fretta e furia perché poi dovevo partire, non so se si capisce il mio pensiero: volevo dire che se non riesco a fare benissimo un ragù o un peposo, che continuo a cucinare a fare? Poi continuo, però senza grande fiducia in me stessa...
Eliminabelli Cecilia, "semplicemente" belli ma anche gustosi. E pure belle foto, colori caldi e invitanti, come il piatto. Brava!
RispondiEliminaGrazie Cristina, il compito era abbastanza facile stavolta!
EliminaAll'ultimo tuffo ma con una ricetta che mi fa gola, ingredienti che adoro! E poi è proprio vero le cose semplici vincono sempre in tutto!
RispondiEliminaa presto
Anche quelle però vanno sapute fare bene, e l'eccellenza, ahimè, me la sogno!!! :-((
EliminaGrazie Sabry, un bacio!!
Cara Cecilia, anche io ho tante volte avuto i tuoi stessi pensieri! Mangiare piatti tradizionali, apparentemente semplici e di una bontà disarmante, quasi commovente, che ti fa sciogliere e restare con gli occhi chiusi e la forchetta a mezz'aria mentre assapori. E mi dico che tutti i miei "giochi" in cucina non valgono un ciufolo e che non so proprio far nulla. Ma almeno con l'MTC qualcosa di utile me lo fa fare. E, per il resto, continuo a farlo come un gioco, e se miglioro in qualcosa tanto meglio. E poi è anche vero che non bisogna buttarsi troppo giù...sono certa che tu sai fare cose deliziose!!
RispondiEliminaIl piatto mi piace tantissimo, con tutti questi sapori autunnali che tanto amo. Un abbraccio! :-)
Carissima Alice, oggi, proprio per non buttarmi troppo giù, mi sono messa a fare il pollo alla cacciatora: con tutta la calma del mondo, prima il soffritto, lentamente, poi il pollo a rosolare, poi il vino ad evaporare, poi il pomodoro...
EliminaDopo quattro ore era venuto buono sì, ma non come quello del mio amico, sigh!
La voglia di andare avanti a pane e pomodoro si fa sempre più insistente! :-(((
Pensa invece a quanto erano buoni quei piatti, alla bella serata e non al fatto che tu non li sappia fare, ammesso che sia vero. Perchè dobbiamo sempre concentrarci su ciò che non siamo ? Guarda Cecilia io che ti faccio un pippone sull'ottimismo è proprio il colmo! Alza il culo e vieni a trovarmi! Magari mangiamopane e pomodoro ma almeno beviamo e facciamo due risate. Gli gnocchi, non sono quelli che avrebbe fatto il tuo amico, ma sono buoni. Un bacione.
RispondiEliminaHai ragione Annarita, mi sembra un ottimo consiglio attaccarsi alla bottiglia per dimenticare, se siamo in due poi è il top! Ahahahahah!!
RispondiEliminaallora ti aspetto, dove sto lo sai.
EliminaCara Cecilia, come mi ritrovo nelle tue considerazioni. Mi ci ritrovo a tal punto che quando mi incaponisco a sperimentare poi non mi riconosco. Sono una ragazza all'antica, la cucina di casa, quella della tradizione se fatta con pura passione, apre tutte le porte e prima di tutto i cuori. Lo hanno capito anche i grandi chef, che ritornano sempre all'origine.
RispondiEliminaE comunque non essere troppo modesta, perché tu la cucina la conosci bene e i tuoi piatti parlano parecchio più di te.
Un forte abbraccio.
Grazie carissima Patrizia, meno male che non sono sola! comunque i tuoi croissants innovativi e anche i tuoi meravigliosi gnocchi ripieni di salmone (che chissà non ti portino un'altra volta sul podio, chissà...) ti danno senza dubbio una marcia in più! Eh, la classe non è acqua, nel tuo caso poi!!!
RispondiEliminaProprio cosi , spesso nella semplicità c'è tanta emozione...e cosi anche nel gusto!!!
RispondiEliminaMi piace il tuo piatto dolce avvolgente per il gusto della zucca e amaro piccante per il radicchio e gorgonzola. Un ottimo abbinamento!!! Brava!!!
Baci