Per la cinquantaduesima sfida dell'MTC i vincitori della gara precedente, Monica e Luca del blog Fotocibiamo, genovesi DOC, hanno proposto i raieu co-u tuccu. Ricetta della festa, ricca ed evocativa senza dubbio: una pasta ripiena condita con un sugo cotto a lungo e a fuoco lento. Chi al pensiero di questo piatto non viene assalito da mille ricordi d'infanzia...
Quando ero piccola, età scuola elementare più o meno,
l'estate la passavo al mare, all'Isola d'Elba, con la mia mamma, la mia sorella, la mia zia e le mie
tre cugine. Sette femmine scatenate. Senza nessun uomo a cui dover rendere
conto, babbo o marito che fosse, pranzavamo come e quando ci pareva, spesso al
mare, anche se noi bimbe eravamo piccine e teoricamente dovevamo fare il
riposino a metà pomeriggio (ma l'unione fa la forza, si sa, e chi ha voglia di lottare contro cinque galline urlanti che si rifiutano di andare a dormire). La sera salivamo tutte
e sette a bordo della Simca 1000 della zia, colore blu polare con interni
grigio antracite, orribile, ma era l'unica macchina che lei guidava, ne ha
avute tre consecutive; andavamo nei vari paesini a fare "i palpi",
cioè ci si fermava in ogni boutique e si "palpava" ogni abito, senza
però comprare mai nulla o quasi. Al ritorno, noi cinque bimbe sedute dietro cantavamo
a squarciagola le canzoni dei Pooh, la più gettonata era "Tanta voglia di
lei". Quando appariva in lontananza una macchina della Polizia o dei
Carabinieri, noi grandi buttavamo giù ai nostri piedi la mia sorella e la mia
cugina piccola, altrimenti ci avrebbero fatto la multa: che risate si facevano
la mia mamma e la mia zia! Non erano stati ancora inventati i Tena Lady, ma in
quei momenti ce ne sarebbe stato davvero bisogno!
E così luglio e agosto passavano, sempre troppo velocemente.
Purtroppo arrivava settembre, e a settembre la mamma e la zia ricominciavano a
lavorare in negozio, quindi in attesa che iniziassero le scuole, io e mia
sorella eravamo obbligate a passare un paio di settimane dai nonni materni a
Sasseta, comune di Vernio, provincia, a quei tempi, di Firenze, ora di Prato. Paesino
veramente bruttino, dieci case in tutto, senza né arte né parte, 680 metri
s.l.m., non era campagna, non era nemmeno montagna, mezza montagna si diceva. "Dopo
il mare la montagna fa bene!", mi sentivo ripetere continuamente. Io
cercavo di farmelo piacere, ma lì mi annoiavo da morire. C'erano alcune
coetanee con le quali potevo giocare, ma io, già con la mia antipatica puzza sotto
il naso, guardavo dall'alto in basso quelle bambine che si chiamavano Ada,
Nunziatina, Armandina, Lorella, Vania, e sapevo pure che quest'ultimo era pure un
nome maschile perché avevo già letto qualche racconto di Tolstoj e di Cechov.
Due ricordi di quelle vacanze però mi sono rimasti,
bellissimi: il primo è quando la mattina verso le undici arrivava il camioncino
del fornaio, si fermava davanti a casa nostra, io scendevo sulla strada e
aspettavo che aprisse lo sportellone dietro, allora si sprigionava un profumo
inebriante di schiacciata all'olio, così buona e fragrante come non l'ho mai più mangiata. Secondo,
quando assistevo alla preparazione dei tortelli di patate che faceva la mia nonna. Li
faceva la domenica mattina, e mai da sola. Le donne vicine venivano in casa e
chi faceva una cosa, chi un'altra. Chi preparava la farina, chi portava le
uova, chi impastava, chi sfogliava, chi preparava il ripieno; chiacchieravano e
facevano, chiacchieravano e facevano. Ne venivano fuori tantissimi, tutto il
tavolo della cucina ne era ricoperto, ogni famiglia avrebbe certamente avuto il
suo ricco pranzo della domenica. Io aspettavo che arrivassero i miei genitori da
Firenze, mentre il profumino del sugo ai funghi porcini che scaldava pian piano
sulla cucina economica si spandeva per la
cucina, poi baci e carezze, e finalmente si pranzava tutti insieme con questo
piatto che faceva festa.
All'annuncio della cinquantaduesima sfida dell'MTC, mi sono subito tornate alla mente le estati di tanti anni fa e i tortelli di mia nonna, ed è per questo che ho voluto provare a rifarli, chiedendo alla
mamma se si ricordava la ricetta. Lei fa ancora il sugo con i funghi porcini
secchi che faceva la sua mamma, e anch'io ho imparato a farlo bene, i ravioli invece non
li ha mai fatti né mai visti fare. Ma parlando e confrontando i ricordi di
quanto visto e assaggiato (perché quando una cosa ti piace te la ricordi per
sempre), e consultata la figlia di una vicina della nonna con cui la mamma è
ancora in contatto, sono riuscita a riprodurli pressoché uguali. Proprio uguali
no, forse perché (e chissà perché) nei ricordi tutto è sempre più bello e più buono.
Con questa ricetta partecipo alla sfida MTC numero 52.
Ingredienti per il sugo ai funghi porcini (che basterà per 4 persone):
- 1 cipolla, una piccola carota e un gambo di sedano, tritati separatamente;
- 70 gr. di funghi porcini secchi ammollati in acqua fredda;
- una spruzzata di vino bianco;
- 500 gr. di passata di pomodoro;
- un cucchiaio di doppio concentrato di pomodoro;
- sale e pepe.
In un tegame di coccio mettete a rosolare la cipolla per dieci minuti, poi aggiungete il sedano e la carota, mescolate e coprite. Lasciate cuocere lentamente, mescolando ogni tanto, a fuoco bassissimo, per un'ora e dieci minuti, facendo attenzione che il soffritto non si attacchi al fondo della pentola. Trascorso questo tempo, il soffritto avrà un profumo quasi di funghi...buonissimo! A questo punto sfumate con il vino e fate evaporare a tegame scoperto, poi aggiungete i funghi scolati e asciugati dall'acqua dell'ammollo e tritati finemente al coltello. Fate cuocere coperto finché non diventano morbidissimi, quasi una crema. Aggiungete quindi la passata e il concentrato, mescolate e fate cuocere, rigirando ogni tanto, per altre due ore, o comunque finché il sugo diventerà di un bel colore rosso scuro-marrone. Aggiungete sale e pepe.
Ingredienti per il ripieno:
- 700 gr. di patate rosse (la loro pasta è molto consistente e si presta bene alla ricetta);
- 1 uovo;
- una manciata di prezzemolo tritato;
- 70 gr. di parmigiano;
- un cucchiaio di concentrato di pomodoro;
- due spicchi d'aglio;
- noce moscata;
- sale e pepe.
Lessate le patate partendo da acqua fredda per circa 35 minuti (dipende dalla loro grossezza), salando molto l'acqua di ebollizione perché la patata, si sa, ruba molto sale. Nel frattempo, mettete due spicchi d'aglio sbucciati in un pentolino con poco olio, fate insaporire a fuoco medio, aggiungete il concentrato di pomodoro e fate insaporire. Togliete gli spicchi d'aglio. Una volta che le patate sono cotte, sbucciatele, passatele allo schiacciapatate in una zuppiera, nella quale aggiungerete tutti gli altri ingredienti.
Mescolate tutto molto bene e mettete a riposare. L'impasto risulterà rosato per la presenza del concentrato di pomodoro. Intanto preparate la sfoglia.
Ingredienti per la sfoglia:
- 2 uova;
- 100 gr. di semola rimacinata;
- 100 gr. di farina 00.
Con questa dose vengono circa 24 tortelli. Mettete nella planetaria le due farine e fate andare la macchina con la frusta a foglia a velocità minima per qualche secondo. Aggiungete le uova e continuate a impastare sempre con la foglia e sempre con la stessa velocità, finché non si è formato l'impasto. Montate la frusta a gancio e continuate a impastare per qualche minuto per lisciare la pasta. Fate una palla, mettetela su un piattino coperta con una zuppiera capovolta. Trascorsa circa mezz'ora, la pasta avrà riposato e il ripieno si sarà insaporito a dovere. Stendete la sfoglia e componete i tortelli.
Adesso non vi resta che lessarli in acqua bollente salata e condirli con questo sugo squisito, e quindi gustarli con abbondante parmigiano (a chi piace).
P.S.Un sentito grazie a Maria Pia per il suo preziosissimo articolo sul soffritto, che, credetemi anche se non sono nessuno, è il segreto di ogni sugo degno di questo nome: stampatevi il suo articolo e appendetelo alle mattonelle della cucina! E grazie mille anche a Dani per la sua info-grafica-mai più-senza.
Che bei ricordi Cecilia, pure la Simca!! Sono sicura che tua nonna sarebbe fiera di te e dei tuoi ravioli :-)
RispondiEliminaGrazie Cristina, la mia nonna era un po' rospa e poco incline ai complimenti, ma questi le sarebbero piaciuti!
EliminaQuesta ricetta è impregnata del profumo dei ricordi! Bella! Anche io ricordo con tanta, troppa nostalgia la mia nonna, i profumi della sua cucina e tutte le cose che mi ha insegnato! Credo che il tocco in più di questa ricetta sia il concentrato di pomodoro nel ripieno.
RispondiEliminaGrazie Ambra! Le nonne...patrimonio dell'umanità!
EliminaSono rimasta incantata dal tuo racconto, e mi è sembrato veramente di immaginare le tue vacanze da bambina, ed ogni piccolo particolare. E i tuoi ravioli sono speciali proprio perché fanno rivivere quegli istanti
RispondiEliminaGrazie Susanna! Fa piacere essere comprese e condivise!
EliminaCecilia, che bello leggerti! Che bello rivivere i tuoi ricordi, raccontati in maniera così vivida e diretta...per un attimo mi è sembrato di essere lì con te sulla Simca...forse perché anche io ho trascorso bellissime estati tra zie e cugine, a prevalenza decisamente femminile. E ricordo le risate spensierate e le lunghissime estati... Davvero è stato un piacere leggere le tue parole!
RispondiEliminaE bella anche la ricetta...anche perché legata ad un luogo che anche io amo molto. Un abbraccio!
Grazie a te Alice del mio cuore! Sono una persona semplice, sia nella vita che in cucina, ma autentica!
EliminaOddio che post fantastico. Sarà che certi ricordi si assomigliano così tanto che scatenano reazioni a catena di nostalgie e tenerezze. Ho letto e sorriso ad ogni frase e ti ringrazio perché è stata una ventata di piccola felicità.
RispondiEliminaSui tuoi tortelli posso solo dire che sono favolosi, un ripieno delicato sostenuto da un ragù di grande personalità...e poi patate e porcini sappiamo tutti che si amano alla follia, quindi quale abbinamento migliore.
Grazie Cecilia, per la bella ricetta ma ancor più per il post adorabile. Un bacione, Pat
Carissima Patty, lo sai che i tuoi complimenti mi fanno quasi arrossire? Grazie mille e felicissima che ti sia piaciuto il mio racconto, mi è venuto dal cuore!
Eliminami hai fatto ricordare di vacanze in toscana...i 6 nella Fiat 128 arancione di mio padre...di quante volte dovevamo nascondere mia sorella piccola per terra .... ci si divertiva con poco
RispondiEliminai tuoi ravioli sono fa-vo-lo-si! complimenti
Grazie Rosaria! E sono felice di essere capita da chi si divertiva con poco, a me capita ancora adesso per fortuna!
EliminaAh, i tortelli della nonna son quel che ci vogliono!
RispondiEliminaIo ricordo gli agnolotti di mia nonna, e ricordo anche che erano terribili :D .. il suo forte erano gli gnocchi, ché negli agnolotti ci finiva anche il milite ignoto.
Bellissimi i tuoi, e quel sugo è una libidine, si vede già dalla foto!
Giulietta mia, ma quanto sarai adorabile!!!! <3<3<3
EliminaAnche io ho proposto la ricetta della nonna!!!
RispondiEliminaSplendidi complimenti!
Grazie Lisa!
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EliminaCome hai ragione...chissà perché ogni volta che proviamo a riproporre una ricetta di quando eravamo bambini diventa buona ma non la riconosciamo mai fino infondo. Un post che mi ha emozionato molto, i tuoi ricordi me ne hanno riportato alla mente un'infinità di miei. Un piatto che richiede pazienza, movimenti lenti, nessuna fretta, tanto amore e tutto questo è poi premiato dal risultato finale. Queste ricette sono un salto nel passato...
RispondiEliminaUn abbraccio
monica
Grazie <3 <3 <3
EliminaGrazie <3 <3 <3
Elimina"perché quando una cosa ti piace te la ricordi per sempre"...proprio cosi Cecillia, ed io in queste parole non solo mi sono ritrovata e commossa ma ho sentito anche la tua emozione che poi ha fatto nascere questo piatto che sa di quell'incontro che solo le nonne sanno....Stupendo!
RispondiEliminaBacioni
Grazie Criiiii!!! Un bacione, splendida creatura!
EliminaGrazie Criiiii!!! Un bacione, splendida creatura!
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